(vea al final links con artículos en español y en italiano sobre el caso del joven Oriel de Armas y su familia, a quienes el gobierno italiano finalmente concedió asilo político)

Marzo 19, 2005: Il Giornale di Vicenza, Italia

La polemica. Dopo l’appello in favore di Fidel Castro sottoscritto da 200 intellettuali, si scatenano gli oppositori del regime

«Cuba un paradiso? No, è un inferno»

Oriel des Armas Peraza è fuggito dall’isola caraibica e ora vive a Vicenza con la famiglia

di Marino Smiderle

Cuba? «È un paese all’avanguardia», chiosa il maestro Claudio Abbado. Cuba? «È l’isola della felicità», rincara la dose il dj maître-a-penser Red Ronnie. E se poi andiamo a spulciare l’appello pro-Fidel vergato con entusiasmo da premi Nobel e da intellettuali che vanno per la maggiore, le iperboli assumono le dimensioni dell’elegia pura. Certo, c’è qualcosa che non funziona a L’Avana, ma è tutta colpa degli americani che hanno promosso l’embargo commerciale nei confronti dell’isola caraibica, patria della democrazia e della libertà.

Oriel des Armas Peraza, 31 anni, è un cubano che è riuscito a fuggire da quel paradiso, a stabilirsi a Vicenza insieme alla moglie e alla figlia, e a strappare, non senza difficoltà, la concessione dell’asilo politico al governo italiano. Ora se ne sta tranquillo da queste parti, anche se non dimentica quel che gli ha fatto passare il buon Fidel Castro.

Quell’appello pro-Cuba firmato da 200 intellettuali non lo ha entusiasmato. «Ho letto. E, sinceramente, non capisco perché si sottoscrivano certe oscenità. Non capisco perché questi intellettuali siano così indifferenti alla sorte di altri intellettuali che marciscono nelle galere di Fidel Castro».

Legge e rilegge stralci dell’appello, che ieri ha incontrato anche il sostegno incondizionato di Bertinotti. Tra i passi più illuminanti non si può tralasciare quello in cui si sottolinea che "a Cuba non esiste un singolo caso di scomparsa, tortura o esecuzione extra-giudiziaria" e quell’altro relativo alla rivoluzione che ha (avrebbe) consentito "il raggiungimento di livelli di salute, educazione e cultura riconosciuti internazionalmente" .

«Ma è assurdo. Potrei raccontare il mio caso, e penso basterebbe. Oppure quello di altri amici e conoscenti catturati e sbattuti in galera senza motivo. Non è tortura questa? Dal loro punto di vista si tratta di un normale arresto, con tanto di pronunciamento giudiziario. Ma quale valore ha la sentenza di uno stato governato da un dittatore?».

Nessuno, secondo l’ultimo rapporto del Cpj ( Committee protected journalists ) che racconta di come vengano trattati i reporter in quel Paese : ci sono 23 giornalisti detenuti a Cuba solo per aver fatto il proprio mestiere, per non essersi piegati al valore del dittatore. Tra questi Ricardo Gonzalez, corrispondente di Reporters sans frontières, condannato a 20 anni, e Luis Garcia, dell’agenzia Libertad, condannato a 26 anni.

«E l’elenco prosegue con altri intellettuali - sostiene Oriel - rinchiusi in carcere solo per aver espresso opinioni in contrasto con quelle dei comunisti al potere. Io vorrei dire agli intellettuali che hanno firmato questo assurdo appello, di andare a Cuba, di vedere quel che succede».

Ma a dire la verità questi intellettuali a Cuba ci vanno spesso, spessissimo. Qualcuno addirittura ci ha vissuto per lunghi periodi. «Forse perché vanno a fare un giro dei villaggi turistici - commenta il cubano-vicentino -. Provassero a parlare con la gente, in confidenza, e capirebbero subito qual è il clima. Beh, però non so se i cubani parlerebbero tanto facilmente agli italiani. Sa com’è, vedere tutti questi ricchi occidentali che scorrazzano per l’isola con l’effige di Che Guevara sulla maglietta non è che ispiri fiducia. Molti arrivano già con un’idea in testa, e se ne vanno con la stessa idea, senza l’onestà intellettuale di aprire gli occhi».

Oriel des Armas Peraza è fuggito da Cuba perché se restava lo avrebbero arrestato. «Non avevo scelta - racconta -. E, mi creda, non ho certo commesso reati. O meglio, non li ho commessi se si ragiona come fate voi qui in Italia. Se invece si ragiona con i criteri di Castro, ho commesso il reato più grave: non ero d’accordo con le idee del dittatore».

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* La Repubblica: L'asilo negato a Oriel de Armas (c/foto)

http://www.cubdest.org/0212/cdearmrep.html

* Enrique de Armas: ¡Mensaje humanitario urgente!

http://www.cubdest.org/0212/cdearm.html

* Italia prorroga estadía de familia cubana en riesgo de deportación

http://www.cubdest.org/0212/cdearmprorr.html

* Italia: drama de familia cubana despierta solidaridad internacional

http://www.cubdest.org/0212/cdearmcpr.html

* Italia concede asilo humanitario a familia cubana

http://www.cubdest.org/0312/c0308oriel.html

* Congresista Ileana Ros-Lehtinen apela al presidente de Italia

http://www.cubdest.org/0212/cdearmr-l.html